INTERVISTA AD ANDREA MANZO - coach U16 e U14
1.Se dovessi descrivere la stagione di U16 e U14 con una parola ciascuna, quali useresti e perché?
Formativa per l’u16 e avvincente per l’u14.
Il fatto di svolgere con l’u16 un campionato completamente sotto età, credo ci abbia dato quella consapevolezza anche dal punto di vista fisico sulle cose sui cui avremmo dovuto migliorare per potercela giocare, anche con le squadre più pronte fisicamente e più attrezzate di noi. Invece per quanto riguarda gli u14, ho scelto la parola avvincente poiché c’è stata una crescita da settembre ad oggi veramente esponenziale. I ragazzi stanno rispondendo alla grande ai continui stimoli che gli stiamo dando senza accontentarsi mai e cercando di migliorarsi sempre.
2.Qual è stato, secondo te, il momento più formativo dell’anno per ciascun gruppo?
Più di momento formativo, parlerei di momenti, perché credo che i ragazzi siano cresciuti tantissimo grazie alle varie circostanze di difficoltà che hanno vissuto. Il fatto di incontrare una strada tortuosa davanti a sé, li ha messi nelle condizioni di dover superare i propri limiti. Questo ha fatto sì che tutti, nessuno escluso, sia riuscito a dare il suo 100% per migliorarsi.
3.Qual è la lezione più importante che speri si portino a casa questi ragazzi, oltre la vasca?
Molto spesso noi parliamo dell’importanza del percorso. Purtroppo ormai viviamo in una società in cui c’è la necessità di avere tutto e subito, perdendo così di vista l’importanza del sacrificio, della determinazione, della voglia di mettersi in discussione e di migliorarsi. Questo tipo di discorso è applicabile, secondo me, in tutti gli ambiti della vita: sportivo, lavorativo, relazionale. Lo sport fatto in maniera sana alla loro età, li aiuta a lavorare sin da subito su tutti questi aspetti, che credo siano determinanti, per crescere in primis sul lato umano, e poi successivamente sul lato sportivo. Spero vivamente che attraverso il lavoro che stiamo facendo, il principale insegnamento che possa arrivare a loro è quello della metabolizzazione di questi valori.
4.C’è stato un episodio, un gesto o una partita che ti ha emozionato in modo particolare?
Devo dire che, anche se non è successo una volta sola, ed è avvenuto più volte nel corso degli anni, la cosa che mi emoziona maggiormente è vedere come i gruppi dei piccoli vengono ora a vedere le partite dei più grandi e viceversa, dimostrando un vero e proprio attaccamento alla nostra attività e alle loro radici, non dimenticando mai da dove si è partiti. Riuscire a creare un ambiente famigliare e allo stesso tempo ambizioso, è motivo di orgoglio. I ragazzi riescono a rispecchiare perfettamente la sinergia e l’unione che anche noi dello staff abbiamo. L’unione e la stima tra me, Davide e Daniele è quello che ci ha permesso di far partire questa realtà.
5.Che obiettivi vi siete posti come staff per la crescita futura di questi due gruppi?
Gli obiettivi che ci siamo posti per questi due gruppi sono gli stessi che cerchiamo di tirare fuori da ogni gruppo tutti gli anni: ovvero dare ad ognuno gli strumenti per potersi esprimere al massimo in questo lungo percorso che li vedrà protagonisti. Ognuno con le proprie qualità e le proprie caratteristiche, cercando di individuare e di promuovere quanti più ragazzi possibili per l’altissimo livello.